L’associazione Clementina Borghi segnala la mostra fotografica di Sandro Frecchiami

Alessandro Frecchiami ha sempre amato la fotografia.

Negli anni ’70 ha cominciato ad essere attratto dall’immagine in movimento ed ha contribuito alla formazione di gruppi di appassionati di fotografia che in quel periodo cominciavano a confrontarsi con il nascente impatto del digitale.

Sono anni di studio sull’immagine, sui colori e sulla percezione visiva con un’attenzione particolare alla teoria della Ghestalt.

Il risultato di questo faticoso ma produttivo lavoro e del suo approfondimento nel corso degli anni sarà in mostra  alla Sala Crociera del Centro civico culturale a partire dal prossimo 16 settembre (inaugurazione ore 17).

L’INVISIBILE NEL VISIBILE ” è il titolo di questa personale di Frecchiami che racchiude gran parte delle  immagini prodotte in questi ultimi anni di attività, un periodo in cui l’autore ha affinato la propria tecnica  ed ha approfondito la ricerca espressiva che lo ha portato verso lo studio  della  saturazione dei colori e verso “la percezione”, alla ricerca, cioé, del non visto quello che, appunto, sfugge al visivo quotidiano.

La fotocamera lentamente diventa, per lui l’attrezzo idoneo per generare immagini dove il reale viene interpretato per andare oltre, per andare verso nuovi visioni, di cui le più interessanti sono in questa mostra che è pure la dimostrazione che  per mezzo della tecnologia digitale la fotografia ha sempre meno confini e può sperimentare nuovi linguaggi per dare alla rappresentazione della realtà nuove  forme, nuovi colori, nuove composizioni.

Il corpo della mostra presenta circa 60 immagini e circa 80 diapositive che fanno capire come Alessandro Frecchiami sia un fotografo che non si ferma mai, che ha sempre voglia di sperimentare nuove tecnologie e nuovi percorsi dell’immagine visiva.

Gli scatti sono tutti in plein air, ma il risultato dell’immagine è ottenuto con l’uso della più raffinata tecnologia con effetti che ci richiamano alla mente i più grandi artisti dei secoli appena trascorsi, dai macchiaioli all’astrattismo, dall’esperienza dei Fauves al neoespressionismo passando attraverso l’arte povera, visto l’uso di sassi come sfondi, vetri di bottiglia come lenti, strumenti che distolgono dal credere che l’immagine fotografica rappresenti qualcosa di tangibile e di riscontrabile nella realtà.

Non vedremo, quindi,  paesaggi, volti, panorami in questa personale dell’artista trevigliese, ma la natura è tutta lì, nelle foglie rinsecchite, nelle gocce d’acqua, nella ruggine di una chiusa nei rami strascinati dal vento: una realtà che l’occhio nudo non fa vedere, che la fretta dei nostri giorni non fa più scorgere ma che l’obbiettivo può ancora cogliere e il fotografo può restituire in tutti i suoi particolari.

L’appuntamento è, quindi, alla

Sala Crociera del Centro civico culturale

dal 16 settembre al 1 ottobre 

Orari. lun-ven, 15-18 ; sab- dom 15,30- 18,30