Miracolo sì, miracolo no la controversia scatenata nel 1907 dall’ingegner Gentili

La conferenza tenuta ai giovani delle Scuole Normali di Treviglio agli inizi del 1907 dall’ingegner Guglielmo Gentili e immediatamente pubblicata sul giornale di appartenenza socialista “Il Risveglio” fu percepita dalla comunità locale come un vero e proprio terremoto ideologico, come un attacco proditorio all’identità trevigliese basata sul “dogma” del miracolo della Madonna piangente.

È questo l’incipit dell’intervento del professor Erminio Gennaro, ospite dell’Associazione culturale Clementina Borghi, tenuto davanti al pubblico numeroso e attento presente ieri nella sala Carminati della BCC dLocandina Gennaro 16.2.15i Treviglio.

Il professor Gennaro, recentemente insignito del San Martino d’oro 2015, ha appassionato i presenti con la sua competenza e con chiarezza d’esposizione raccontando la disputa “Miracolo sì miracolo no” con precisione da storico e passione da trevigliese che parla di eventi che riguardano la comunità a cui è legato.

La disamina della controversa questione è stata sviluppata su due binari: il primo ha riguardato la descrizione del clima politico-sociale del momento in cui è scoppiata la vertenza ed il secondo si è sviluppato tratteggiando la figura dell’ing. Gentili, attore principale della vexata quaestio.

Il clima politico-sociale dei tempi era caratterizzato da una violenza ideologica e verbale che spesso sconfinava in veri e propri atti di scontro fisico coinvolgenti tutte le entità cittadine arrivando a far schierare in campi contrapposti persino le bande musicali cittadine che, in alcuni casi, mal intendevano il concetto di “suonare” passando al “suonarsele” di santa o laica ragione.

La violenza verbale non contagiava, però, l’ingegner Gentili, personalità di spicco della comunità trevigliese, formatosi con tenacia negli studi e competenza professionale largamente riconosciuta, che, anche nei momenti più aspri della contesa che aveva originato, mai passò il confine della corretta esposizione delle proprie convinzioni.

Convinzioni che si basavano su prese di posizioni scientifiche (le lacrime altro non erano che il risultato di precise condizioni ambientali che, dato il grande affollamento in un piccolo spazio, avevano causato la condensa dell’umidità sulla superficie dell’affresco della Madonna con il Bambino) per esporre le quali mai il Gentili era ricorso ad approcci offensivi nei confronti della parte avversa.

Anche le controdeduzioni di parte religiosa furono altrettanto precise e puntuali e sono state esposte in modo chiaro ed efficace da parte del professor Gennaro che con corretto approccio da storico non arriva e non vuole arrivare a una definizione di “verità” per una delle due parti contendenti ma ha offerto ai presenti materiale e spunti per poter giungere ognuno per conto proprio ad una idea precisa sui fatti.

E se una incursione può essere fatta nel delicato campo del crearsi un’opinione su “Miracolo sì, miracolo no” si può tentare di semplificare la questione fissando alcuni punti precisi e (probabilmente) incontrovertibili: un miracolo è questione di fede che non si adatta ad essere affrontato con approcci razionali o puramente storici.

Un miracolo è questione che riguarda le gerarchie religiose che dal canto loro non lo definiscono mai come materia di dogma che quindi diventa una materia che può essere messa in discussione anche dai credenti … solo che in questo caso i credenti, i trevigliesi, hanno fondato su questo miracolo grande parte della propria identità sociale, sia civile che religiosa, e mal hanno digerito “l’attacco” portato all’icona e al “dogma” che ne definiva (e definisce tuttora?) l’identità comune.