Flavio Caroli ha portato a Treviglio le venti icone dell’arte del ‘900

Folto, molto folto, e molto attento è stato il pubblico intervenuto all’incontro con Flavio Caroli che ha presentato a Treviglio il suo libro “Il volto dell’Occidente” nella bella cornice dell’Auditorium del Centro Civico Culturale del Comune.

L’intervento del professor Caroli Locandina Caroliha calamitato l’attenzione dei presenti attraverso una capacità affabulatoria non comune per mezzo della quale molti concetti fondamentali e i legami culturali-filosofici-religiosi del “secolo breve” sono stati presentati all’uditorio in modo chiaro, preciso e a volte inatteso. La sopresa, ad esempio, si è manifestata quando Vassily Kandinsky e la sua opera sono stati presentati al pubblico come il naturale e quasi inevitabile risultato della lotta filosofico-religiosa fra gli iconofili dell’occidente cristiano e gli iconoslasti del vicino oriente e del mondo ortodosso.

Il racconto, corroborato dagli interventi di Paolo Valerio, attore e Direttore del Teatro Stabile di Verona, che ha letto passi del libro di Caroli in modo molto efficace e sincrono con l’atmosfera che si andava creando nell’auditorium, ha coperto lo spettro dei capolavori che hanno attraversato il secolo che va dal 1889, anno in cui Van Gogh dipinse il suo “Notte stellata“, al 1989 anno della caduta del muro di Berlino, definito da Eric Hobsbawm come il limite superiore del suo “Secolo breve“.

I venti capolavori scelti dal professor Caroli “non sono un palmares” che definisce ordini di classifica in base a uno qualsiasi dei possibili parametri di valutazione artistica ma realizzano una sorta di solido platonico dell’arte del ‘900, venti capolavori come le venti facce dell’icosaedro regolare, sinonimo di quasi Donne bretoni su prato verdeperfezione.

Il tour artistico ha così toccato il quadro “Donne bretoni su prato verde” di Emile Bernard, giudicato dal relatore come l’iniziatore della rivoluzione dell’avanguardia che procederà a passo di carica nello scoprire le nuove frontiere dell’espressività dell’arte novecentesca fino ad interrogarsi nuovamente sul focus di questa corsa, di questa avanzata fino a (quasi) fermarsi diventando, come dice l’autore, “avanguardia del dubbio”.

L’approccio multiforme alla descrizione dell’importanza di queste venti icone del ‘900 non poteva, poi, non indagare sulle “contaminazioni” tra le varie muse e non poteva quindi dimenticare di citare gli intrecci tra  pittura e cinema e fotografia.

Un esempio di questa contaminazione per il professor Caroli è il quadro “Nighthawks” di Edward Hopper, citando il quale il relatore ha ricordato in modo particolare alcune scelte filmiche di Antonioni in Zabriskie Point come la scena finale dell’esplosione della villa dell’avvocato Lee.

Nighthawks Hopper

Sono così trascorse quasi due ore di un’esposizione assolutamente avvincente che ha avuto il grande merito di rendere vive e attuali tutta una serie di sofferte scelte artistiche del secolo scorso.

Sono le scelte che hanno sicuramente lasciato il segno non solo nell’arte e nella cultura ma hanno influito nella formazione personale di coloro i quali sanno che senza questo approccio al sapere e al vissuto dei grandi fatalmente si ricade nella mediocrità del sentire quotidiano.